Il partner discreto
per la vostra sicurezza
Il 25 novembre è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne e Sigint, con discrezione ma in modo concreto, vuole dare il suo contributo. Conobbi Sabrina Di Fazio nel 2019, presentava la sua idea… oggi siamo orgogliosi di farne parte
Pino Ferrara
E24 Woman, il bracciale antiviolenza di Sabrina Di Faziodi Gaia Ricci
Ci ritroviamo ogni anno a menzionare questa giornata, il 25 Novembre. Una data “pesante” in cui dobbiamo fare i conti con la lunga lista di soprusi, aggressioni e femminicidi protratti nei confronti delle donne che, con il passare degli anni, si fa sempre più ampia. Eppure se ne parla sempre sottovoce, quasi con la paura di poter “disturbare”.
In questo appuntamento con la rubrica “A lei per lei” non vogliamo certo urlare al dissenso o alla polemica verso questa data, anzi. Vogliamo portare avanti un altro punto di vista, vogliamo invertire la rotta senza, però, raccontare l’ennesimo caso di cronaca nera.
Quello di cui vogliamo parlare sono soluzioni, strade alternative, mezzi concreti per prevenire situazioni di pericolo per la donna. Per questo abbiamo scelto come protagonista di novembre Sabrina Di Fazio, fondatrice e ideatrice della start up E24 Woman che ha realizzato un bracciale per bloccare i casi di violenza e aggressione verso le donne. I primi prototipi verranno lanciati a Febbraio 2022.
Funziona come un telefono, ha l’eleganza di un bracciale di design, è costruito con la migliore tecnologia in commercio – totalmente Made in Italy – può registrare e filmare le situazioni di pericolo e manda un soccorso tempestivo nel luogo in cui si trova la persona grazie ad un GPS integrato: tutto questo è il bracciale di E24 Woman.
Nel 2015 io e la mia amica eravamo fuori da un noto locale milanese. Siamo state abbordate da un gruppo di ragazzi, inizialmente si trattava dei soliti complimenti per attirare l’attenzione, ma noi non abbiamo assecondato il loro comportamento. I complimenti si sono trasformati in insulti e la situazione si faceva sempre più scomoda. Nonostante avessimo chiesto aiuto a delle persone che erano lì fuori al parcheggio, non abbiamo ricevuto alcun tipo di soccorso o considerazione.
A quel punto siamo andate via in macchina, fortunatamente avevo una macchina nuova e prestante. Al primo semaforo, mi sono accorta che i ragazzi ci seguivano urlando e puntandoci i fari dell’auto. Ho chiesto alla mia amica di chiamare i soccorsi, lei presa dal panico ha bloccato la SIM del suo cellulare, sbagliando più volte ad inserire il PIN.
Non potevo fermarmi per prendere il mio telefono, avevo paura di accostare. Nel tentativo di prendere il mio cellulare che si trovava nel sedile posteriore, sono andata fuori strada. I ragazzi sono andati via, commettendo anche il reato di omissione di soccorso. Dopo 10 minuti delle persone hanno chiamato l’ambulanza. Fortunatamente avevamo solo lividi e qualche ferita. Da quel momento ho iniziato a pensare a cosa fosse mancato quella sera, cosa si poteva fare per evitare un evento così spiacevole.
In quel periodo c’era tanta attenzione mediatica sul caso di Yara Gambirasio e ho cominciato a fare molta attenzione a tutte le dinamiche legate al caso di violenza sulle donne e femminicidi.
Com’era possibile che negli anni 2000 succedessero ancora certe cose? A quel punto ho avuto l’idea geniale di E24 Woman e ho subito iniziato a metterla per iscritto. Il caso ha voluto che proprio quell’estate conoscessi un ingegnere elettronico, Sergio Giordano, mentre ero in vacanza. Gli ho parlato di E24 Woman e lui ha deciso di fare delle ricerche per vedere se l’idea esisteva già sul mercato. Ebbene non c’era niente di simile e tutt’ora è così. Abbiamo iniziato a lavorare insieme e abbiamo creato questo bracciale.
È un bracciale di design, realizzato da una gioielleria, completamente indipendente dal cellulare. All’interno ha una SIM per effettuare la chiamata alla centrale tramite un tasto laterale. Le chiamate possono essere fatte sia attraverso il piccolo pulsante, sia se il bracciale rivela uno scuotimento del braccio o una caduta. La centrale operativa attiva 24 su 24 su tutta Europa riceve la chiamata e grazie al GPS da noi brevettato può localizzare precisamente la persona in difficoltà. Il GPS può rilevare la posizione fino a 7 metri sotto terra.
Una volta partita la chiamata, si attiva anche la telecamera e nel giro di 12 minuti viene inviato il soccorso alla persona. I soccorsi in questione possono essere l’ambulanza, le forze dell’ordine o il carroattrezzi.
Abbiamo pensato a queste opzioni non solo per le donne, ma anche per persone anziane, per chi soffre di Alzheimer, epilessia o di patologie cardiache. Ovviamente il nostro core business è quello di prevenire e combattere la violenza sulle donne e parlerò soprattutto di questo a Febbraio 2022 al lancio ufficiale del progetto.
Abbiamo ultimato tutta la parte tecnologica, dobbiamo ultimare quella del design, tutto il materiale è Made in Italy. Ho dovuto ricreare un bracciale che ha tutte le funzionalità di un telefono e che fosse anche bello e comodo da indossare.
La prima versione avrà tutte le funzioni elencate prima, mentre la seconda versione potrà contare anche su dei precisi parametri biomedicali ai quali stiamo ancora lavorando insieme ad alcuni medici specializzati in apparecchi biomedicali. I parametri rivelano la frequenza cardiaca, la saturazione, la pressione e molto altro. Il bracciale avrà una sua applicazione sul cellulare che rileva le chiamate e le posizioni. Ci sarà anche una community per le donne hanno subito una violenza: verranno messe in comunicazione con psicologi o avvocati.
Certo, avremo 5 prototipi da far provare e testare alle persone per vedere se il funzionamento è completamente in regola, se è intuitivo, se il bracciale è ingombrante. In base alle recensioni, potremo poi fare eventuali miglioramenti.
Per evitare qualsiasi tipo di errore nel suo funzionamento, abbiamo fatto creare una piattaforma web di nostra proprietà che vede tutti gli allarmi azionati e se la centrale operativa invia nel tempo giusto i soccorsi. Nel caso in cui c’è un disguido con le ambulanze, la piattaforma rileva il problema e può inviare ulteriori chiamate per verificare le ambulanze disponibili.
Abbiamo brevettato all’interno una chiusura che dal momento in cui c’è lo strappo del bracciale, fa partire un suono acustico fortissimo, come quello di un allarme che suona a casa. Abbiamo cercato di dare al bracciale più sicurezza possibile.
Tutte queste funzioni non solo possono essere utili in caso di violenza, ma anche per una persona anziana che potrebbe cadere e sentirsi male. In questo modo i soccorsi da parte dell’ambulanza arrivano in maniera tempestiva. Il prezzo considerati tutti i suoi servizi è irrisorio, sarà intorno alle 120 euro con abbonamento incluso per il primo anno.
La piattaforma e il sistema sono sicuri e protetti, come anche i dati personali. Mi è stata fatta una domanda in merito proprio da un uomo: “con questo bracciale posso sempre vedere dove va mia moglie?” Assolutamente no! Il bracciale non è uno strumento di controllo ma di sicurezza della persona. I dati vengono condivisi solo con la centrale operativa e con coloro che prestano soccorso.
Conosco molte donne che hanno subito o subiscono violenza e non vogliono denunciare per paura o per vergogna. Tutte mi rispondono che “hanno bisogno di questo bracciale”. Certe volte mi chiedo perché hanno bisogno di uno strumento del genere per denunciare una situazione che magari va avanti da moltissimo tempo. Eppure è così, è soprattutto una questione mentale, difficilissima da superare.
Persino io mentre guidavo e quei ragazzi ci inseguivano con l’auto insultandoci pensavo “se subirò una violenza, come potrò riprendermi da una cosa simile?”.
Quello che ho vissuto e i pensieri che ne sono derivati mi hanno proprio cambiata. Dovevo far qualcosa per aiutare le donne, soprattutto quelle che vivono nella costante paura di dire la verità e di non essere credute.
Inizialmente eravamo solo due soci: io, Amministratore Delegato, gestisco la parte di marketing e comunicazione, e l’ingegnere Sergio Giordano, il nostro CTO che segue tutta la parte tecnologica. Ho avuto tante proposte da finanziatori, ma non volevo a fianco persone che davano un mero contributo economico, volevo facessero parte del progetto. Poi ho avuto la fortuna di incontrare l’amministratore delegato della Sigint, l’azienda Leader nella cyber security. Sigint è il terzo socio della nostra start up, quindi a livello di cyber security siamo in buone mani. Il nostro staff è formato da 10 persone, in maggioranza lavorano nel campo della tecnologia e dell’intelligenza artificiale. Tutto il team deve credere nel progetto e lavorare per realizzare qualcosa che può salvare la vita ad un essere umano.
Semplice, nessuno vuole prendersi la responsabilità, soprattutto dal momento in cui il bracciale non dovesse funzionare. Sono stata contattata da diverse società leader nei werable e tecnologia per vendere il brevetto del bracciale e mi hanno detto “lei è una pazza!”.
A quel punto ho pensato che se nessuna di queste grandi aziende voleva prendersi questa grandissima responsabilità, non era poi un fatto così negativo. Essere donna e rimanere amministratore delegato di un progetto simile era un gran punto positivo.
Certo. Sono, però, sicurissima dell’efficienza del bracciale, soprattutto vedendo come si stanno comportando i prototipi durante le prove. Poi c’è la realizzazione della piattaforma di nostra proprietà che riesce a capire in anticipo se c’è qualche disguido con la centrale operativa che deve mandare i soccorsi. È un perfetto piano B.
All’interno del bracciale ci sono dei parametri che mi permettono di vedere se c’è qualcosa che non funziona, infatti, viene mandata una notifica all’app sul telefono. Per esempio dà un segnale se la batteria si sta scaricando (il bracciale ha una batteria che dura all’incirca 3 o 4 giorni). Ovviamente bisogna ricordarsi di metterlo sotto carica!
A livello di media è una grandissima responsabilità, se dovesse andare storto qualcosa, sarei rovinata, ma sono molto soddisfatta del mio prodotto, quindi ho il coraggio di metterci la faccia!
Molte persone hanno cercato di farmi mollare il progetto. Ne ho sentite davvero tante “Tu pensi di aiutare le persone? Di prestare soccorso alle donne? Di aver avuto un’idea rivoluzionaria?”. Certe volte ho pensato “chi me lo fa fare!”, però ho un carattere forte e determinato e sono comunque andata dritta per la mia strada. La sento come una mission.
Abbiamo pensato anche a situazioni del genere. Sarà possibile scaricare un’app gratuita con una community dedicata dove può chiedere aiuto in forma anonima.
Se la persona se ne accorge può interromperla. Quando parte la chiamata alla centrale, il bracciale emette una vibrazione. Hai 3 secondi per bloccare la chiamata toccando sempre il tastino laterale. Nel caso in cui non te ne accorgi, la chiamata viene deviata dalla nostra piattaforma, tutto viene gestito internamente e senza costi aggiuntivi.
Purtroppo tutti i lavori sono andati a rilento, è stato molto difficile. Ti faccio un esempio: all’interno del bracciale c’è una batteria al litio. Per averne anche solo un prototipo dagli Stati Uniti per fare una prova sono passati ben 4 mesi. Era tutto bloccato. Infatti adesso le produciamo qui in Italia, ho capito che tutti i pezzi di produzione del bracciale devono essere fatti in Italia perché devo essere in grado di poter controllare tutto in tempi brevi.
Quando lanci una start up piuttosto che pensare ai lati positivi, devi analizzare i punti critici.
“Cosa potrebbe andare male se…?”. Devi anticipare l’errore. Non sono pessimista, però, quello che ho capito in tanti anni di esperienza è che bisogna guardare anche questo aspetto.
Inoltre, sembra banale, ma è la perseveranza. È questa che fa la differenza nel lavoro e nella vita in generale. Se credi nel tuo progetto, nonostante i periodi negativi, la perseveranza ti aiuta a raggiungere grandi risultati. Bisogna essere costanti nel perseguire la propria idea. Se un’idea rimane nel cassetto, non è più un’idea.
Ci può volere molto tempo, ma non importa. Pensa che E24 è nata nel 2017 e ora siamo nel 2021. Sai quante cose nella mia vita sono cambiate in 4 anni? Tantissime! Eppure, non ho mai abbandonato questa idea.
La storia di Sabrina Di Fazio e della sua start up E24 Woman ci insegna che per realizzare un prodotto che aiuti le persone in momenti di difficoltà bisogna essere forti, pazienti, perseveranti e pensare prima a cosa potrebbe andare storto, piuttosto che ai punti di forza e ai lati positivi.
Bisogna fare attenzione a tutti i dettagli perché un prodotto del genere non può permettersi di sbagliare in una situazione di emergenza.
Eppure, nonostante la tecnologia che avanza tanto da creare interi mondi virtuali, nessuno si era mai preso la responsabilità di un prodotto come il bracciale di E24 Woman. Non un oggetto qualsiasi che ci traghetta in un mondo parallelo quando la realtà ci opprime, ma un oggetto che può salvarci la vita semplicemente toccando un pulsante.
Ecco perché in questo 25 novembre abbiamo voluto raccontarvi una storia di responsabilità, coraggio e determinazione; un passo avanti verso lo sfoltimento di una lista di femminicidi e violenze ancora troppo lunga.
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